Marche protagoniste al convegno “Custodiamo le foreste che ci custodiscono” anche con l’Institute for Climate Change Solution e la Fondazione Medit Silva. “Il riconoscimento sarebbe l’avvio di un progetto concreto di preservazione dell’ambiente e di rinnovamento degli stili di vita” Gianni Giacomelli, Priore del Monastero di Santa Croce di Fonte Avellana.
Evento “Custodiamo le foreste che ci custodiscono. Aree boschive: sicurezza territoriale e contrasto al cambiamento climatico. Codice e pratiche di gestione forestale camaldolesi: patrimonio transnazionale dell’Umanità” promosso da Comunità di Camaldoli, Fondazione UniVerde, Collegium Scriptorium Fontis Avellanae, Comunità di Fonte Avellana in collaborazione con Institute for Climate Change Solutions, Teleambiente, SOS Terra Onlus, Arca che si è svolto il 29 settembre scorso presso la Chiesa di San Gregorio al Celio in Roma.
Pecoraro Scanio: “Grazie al Premier Conte per il sostegno. Le foreste sono preziose per la tutela territorio e per la lotta al cambiamento climatico”.
Giuseppe Conte: “Sarebbe assai significativo che il Codice Forestale Camaldolese divenisse presto patrimonio mondiale dell’Unesco”.
“A Fonte Avellana, come a Camaldoli, sono iniziate circa 850 anni fa pratiche concrete di gestione del territorio, mantenute poi per secoli. Visitando questi luoghi, dove sorgono i monasteri, si possono verificare direttamente quelle modalità virtuose che hanno consentito l’inserimento sano ed equilibrato dell’uomo nel proprio contesto ambientale, evitando quella violazione della natura che purtroppo constatiamo altrove”, così ha evidenziato Gianni Giacomelli, Priore del Monastero di Santa Croce di Fonte Avellana, in occasione del convegno “Custodiamo le foreste che ci custodiscono – Codice e pratiche di gestione forestale camaldolesi: patrimonio transnazionale dell’Umanità”. L’ evento, promosso da Comunità di Camaldoli, Fondazione UniVerde presieduta da Alfonso Pecoraro Scanio, Collegium Scriptorium Fontis Avellanae, Comunità di Fonte Avellana in collaborazione con Institute for Climate Change Solutions, TeleAmbiente, SOS Terra Onlus, Arca, si è svolto presso la Chiesa di San Gregorio al Celio in Roma. L’incontro ha rilanciato in chiave transnazionale la candidatura Unesco del Codice Forestale Camaldolese, che sarebbe una tappa “verso una ulteriore presa di coscienza in chiave di sostenibilità. Se dovesse arrivare questo riconoscimento tale consapevolezza potrà diventare un vero progetto concreto di preservazione dell’ambiente e di rinnovamento degli stili di vita”, ha ancora spiegato Dom Giacomelli. Anche le Marche pertanto, attraverso la preziosa realtà di Fonte Avellana, diventano protagoniste di un percorso legato alla sostenibilità che potrà farsi mondiale e accendere ulteriormente i riflettori su un territorio che vanta eccellenze nel settore. Tra i relatori del convegno, infatti, era presente anche il Professor Simone Galeotti dell’Università Carlo Bo di Urbino , Direttore dell’Institute for Climate Change Solution, la fondazione Medit Silva e i gli stessi monaci camaldolesi di Fonte Avellana. “Nostro compito è quello di individuare soluzioni adeguate di gestione territoriale sia in tema di mitigazione del clima che di adattamento al cambiamento climatico, verificando i possibili scenari futuri. Oggi, in particolare, abbiamo illustrato il valore del patrimonio forestale rispetto alle modificazioni del clima a livello internazionale. Non a caso, fanno parte del nostro istituto soggetti di diverse nazioni tra cui Usa, Olanda e Brasile”. A tenere alto il vessillo marchigiano, anche Fondazione Medit Silva, nata nel 1997 per promuovere studi e ricerche sulla Montagna Appenninica, la Foresta dell’Area Mediterranea. “Il Codice – ha spiegato il Presidente Osvaldo Lucciarini – è di assoluta attualità, in quanto le pratiche idrogeologiche forestali costituiscono autentiche regole affinché la sostenibilità delle foreste possa essere realmente perseguita e concretizzata”.
“A Fonte Avellana, come a Camaldoli, sono iniziate circa 850 anni fa pratiche concrete di gestione del territorio, mantenute poi per secoli. Visitando questi luoghi, dove sorgono i monasteri, si possono verificare direttamente quelle modalità virtuose che hanno consentito l’inserimento sano ed equilibrato dell’uomo nel proprio contesto ambientale, evitando quella violazione della natura che purtroppo constatiamo altrove”, così ha evidenziato Gianni Giacomelli, Priore del Monastero di Santa Croce di Fonte Avellana, in occasione del convegno “Custodiamo le foreste che ci custodiscono – Codice e pratiche di gestione forestale camaldolesi: patrimonio transnazionale dell’Umanità”. L’ evento, promosso da Comunità di Camaldoli, Fondazione UniVerde presieduta da Alfonso Pecoraro Scanio, Collegium Scriptorium Fontis Avellanae, Comunità di Fonte Avellana in collaborazione con Institute for Climate Change Solutions, TeleAmbiente, SOS Terra Onlus, Arca, si è svolto presso la Chiesa di San Gregorio al Celio in Roma. L’incontro ha rilanciato in chiave transnazionale la candidatura Unesco del Codice Forestale Camaldolese, che sarebbe una tappa “verso una ulteriore presa di coscienza in chiave di sostenibilità. Se dovesse arrivare questo riconoscimento tale consapevolezza potrà diventare un vero progetto concreto di preservazione dell’ambiente e di rinnovamento degli stili di vita”, ha ancora spiegato Dom Giacomelli. Anche le Marche pertanto, attraverso la preziosa realtà di Fonte Avellana, diventano protagoniste di un percorso legato alla sostenibilità che potrà farsi mondiale e accendere ulteriormente i riflettori su un territorio che vanta eccellenze nel settore. Tra i relatori del convegno, infatti, era presente anche il Professor Simone Galeotti dell’Università Carlo Bo di Urbino , Direttore dell’Institute for Climate Change Solution, la fondazione Medit Silva e i gli stessi monaci camaldolesi di Fonte Avellana. “Nostro compito è quello di individuare soluzioni adeguate di gestione territoriale sia in tema di mitigazione del clima che di adattamento al cambiamento climatico, verificando i possibili scenari futuri. Oggi, in particolare, abbiamo illustrato il valore del patrimonio forestale rispetto alle modificazioni del clima a livello internazionale. Non a caso, fanno parte del nostro istituto soggetti di diverse nazioni tra cui Usa, Olanda e Brasile”. A tenere alto il vessillo marchigiano, anche Fondazione Medit Silva, nata nel 1997 per promuovere studi e ricerche sulla Montagna Appenninica, la Foresta dell’Area Mediterranea. “Il Codice – ha spiegato il Presidente Osvaldo Lucciarini – è di assoluta attualità, in quanto le pratiche idrogeologiche forestali costituiscono autentiche regole affinché la sostenibilità delle foreste possa essere realmente perseguita e concretizzata”.