Lotta ai cambiamenti climatici e salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio e della natura, con lo sguardo alle generazioni future: un impegno assunto con la firma del protocollo d’intesa tra la Regione Marche, l’Università degli studi di Urbino, la Fondazione Medit Silva e il Monastero della Santa Croce di Fonte Avellana. Il documento sancisce la collaborazione e promozione delle attività dell’Institute for climate change solutions (ICCS), il centro di ricerca di interesse internazionale dedicato all’analisi della vulnerabilità territoriale e al cambiamento climatico. “All’origine di questo impegno il grande valore etico del ‘Codice forestale Camaldolese’, un contributo prezioso dalla radice antichissima che affronta i problemi di oggi e dà indicazioni da tradurre in azioni e studi per migliorare la vita del pianeta” ha detto il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, alla firma del protocollo insieme al Priore del Monastero della Santa Croce di Fonte Avellana Gianni Giacomelli, al Rettore dell’Università degli Studi di Urbino Vilberto Stocchi, al presidente della Fondazione Medit Silva Osvaldo Lucciarini.
Il protocollo di intesa costituisce quindi un modello, ha aggiunto Ceriscioli “che parte da una tradizione antichissima come il Codice di Fonte Avellana che rappresentava proprio quelle regole per poter rispettare il bosco, la natura, le attività di forestazione e rinnovarle nel mondo di oggi attraverso soggetti istituzionali, religiosi e scientifici che collaborano fra loro, elaborano strategie, idee e ricerche che possono modificare e cambiare il clima. Un grande obiettivo sul grande problema del cambiamento climatico che non è un‘invenzione ma realtà. Oggi sappiamo in maniera molto più chiara come lo sfruttamento eccessivo degli idrocarburi fossili e scelte di sviluppo incontrollato abbiano inciso sul clima del nostro pianeta e sulla necessità di porvi rimedio”. Un modello “vero, pratico, reale, tangibile, oggettivo e dalla storia lunghissima – ha aggiunto il Priore Giacomelli – 856 anni di ricerca, di attenzione alla natura, agli alberi, alla foresta e una grande attenzione al contesto ambientale in cui vive l’uomo. Certificare oggi che questo è un interesse culturale dell’università, privato di una fondazione, spirituale e soprattutto politico di una Regione, mi rende particolarmente felice perché da qui si può cominciare a far parlare una storia con atti concreti e anche con la consapevolezza che dobbiamo cambiare qualcosa”. “Un impegno importante della nostra università e dei sui ricercatori che in questo ambito hanno delle competenze di livello internazionale – ha dichiarato il Rettore Stocchi – abbiamo accolto questo stimolo in maniera pronta, tenuto conto che l’Università, essendo il luogo dove si cresce nella conoscenza, ha anche un’altra responsabilità, quella di essere esempio di comportamenti esemplari. Quindi questa iniziativa, che necessariamente vede la sinergia di vari attori, va nella direzione di pensare a un futuro migliore”.
Anche per Lucciarini il grande valore “è quello di essere partiti dall’etica camaldolese e quindi da una dimensione che ha uno stretto legame dell’uomo con il suo ambiente. Stiamo lavorando in modo fermo sull’aspetto etico perché è il nostro punto di partenza ma anche il nostro punto di arrivo per l’incrocio di tante situazioni, della condivisione di culture diverse ma che tutte devono guardare verso l’ambiente, l’ambiente sano e l’ambiente che possa consentire all’uomo e alle sue attività di continuare ad esprimersi ma in modo sostenibile”. Sinergia e collaborazione, quindi, per rispondere al primario interesse pubblico di responsabile e qualificato sviluppo del territorio e delle sue comunità attraverso lo scambio di informazioni e momenti di coordinamento operativo per la realizzazione degli interventi. In particolare, il protocollo impegna le parti ad intrattenere un rapporto di reciproco contributo per lo studio e la caratterizzazione del sistema climatico, le sue dinamiche e variabilità, gli effetti e gli impatti su scala globale e regionale dei cambiamenti sui sistemi territoriali, produttivi e in ambito socio economico. Inoltre, nella definizione di piani di gestione territoriale mirati alla salvaguardia, valorizzazione e alla fruizione sostenibile dell’ambiente, quale sistema su cui convergono azioni umane e processi naturali. Previsti poi scambi e cooperazione su progetti di ricerca con altre istituzioni italiane e straniere e l’organizzazione di corsi di formazione superiore.