Così la Comunità Eremitica nata nel cuore della foresta appenninica del Casentino dava fondamento, con la sua prima regola scritta, alla propria vita vissuta in rapporto con l’ambiente che la circondava e la custodiva, così che si disse: “custodiamo la foresta che ci custodisce”. Custodire significa conoscere, apprezzare, promuovere, proteggere. È una reciprocità creatrice di un’etica dinamica che, sul piano sociale antropologico ed economico, sorge e si evolve nell’ambiente vissuto. Per oltre otto secoli gli Eremiti di Camaldoli hanno dato vita a quest’etica, di cui ancora sono visibili tracce vitali, frutto di una eredità, a volte implicita, necessaria da riscoprire.
È per questo motivo che l’UNESCO ha dimostrato il suo interesse ed è iniziato il procedimento per il riconoscimento del Codice Forestale Camaldolese quale patrimonio immateriale universale dell’umanità.